Il mercato dell’olio d’oliva rappresenta, per l’Unione Europea un’opportunità per il presente e il futuro. Merito di quel 67% della produzione che rende i paesi europei leader del mercato. Soprattutto grazie ai 4 milioni di ettari di terreno che gli oliveti occupano nei paesi mediterranei. Italia e Spagna sono i maggiori consumatori a livello complessivo in ambito comunitario. Tuttavia, è la Grecia, tra i paesi UE, a poter vantare il maggior consumo pro capite dell’UE, con circa 12 kg per persona all’anno. L’olio d’oliva è noto per la sua alta concentrazione di grassi monoinsaturi, antiossidanti e qualità antinfiammatorie. Essi contribuiscono alla riduzione dei livelli di colesterolo con benefici effetti sulla salute. Negli anni, l’olio d’oliva è diventato ingrediente indispensabile per chi vuole attenersi a uno stile di vita sano ed equilibrato. Onnipresente sulle tavole e nelle dispense.
Un mercato ampio: agricoltura, folklore, e turismo.
Il mercato dell’olio d’oliva è una manna per interi segmenti dell’economia e della società, soprattutto in alcune aree rurali del Mediterraneo. Ne è la dimostrazione la coltivazione stessa dell’olivo, tramandata attraverso le famiglie di generazione in generazione, collante culturale per numerose comunità. Tuttavia, sarebbe riduttivo confinare il processo produttivo al mondo agricolo, espressione di un certo folklore. Intorno alla produzione dell’olio non gravitano solo aziende agricole di piccole o grandi dimensioni. È una realtà fortemente attrattiva, capace di coinvolgere sempre più iniziative di marketing e turistiche che prodotti DOP come l’extravergine esercitano su un numero crescente di cultori di uno stile di vita sano. Il mercato agroalimentare punta sempre di più sulla sostenibilità, privilegiando metodi di coltivazione ecologici, soluzioni di imballaggio a basso impatto nonché un corretto smaltimento dei rifiuti. È quindi ipotizzabile un crescente interesse verso quei prodotti che contribuiscono alla crescita sostenibile di interi territori e comunità.
Un mercato in costante crescita
L’olio d’oliva è sempre più richiesto nei settori della ristorazione e della vendita al dettaglio, ragione che spiega la costante crescita del mercato. Il mercato globale dell’olio d’oliva è stato valutato intorno ai 15,11 miliardi di dollari nel 2023, ma si prevede che il mercato raggiungerà i 21,32 miliardi di dollari entro il 2033. Del resto, l’opinione pubblica è sempre più orientata verso prodotti alimentari biologici e premium, come l’olio d’oliva. I consumatori sono disposti a pagare di più quando è di alta qualità, e dotato di certificazioni come biologico, extravergine o DOP (Denominazione di Origine Protetta). I produttori possono trarre vantaggio da questa tendenza producendo prodotti di olio d’oliva di alta qualità, e puntando su una produzione sostenibile. Quindi, al di là dei benefici indiscutibili sulla salute, l’acquisto di olio di oliva può rappresentare un bene per l’umanità e la tutela del pianeta.
Olio d’oliva, utile all’ambiente
Coltivato in 66 Paesi e nei cinque continenti, l’olivo è la più grande coltura permanente non tropicale del mondo. Le colture permanenti, ovvero quelle che non richiedono la semina annuale, sono utili all’ambiente per diversi motivi:
- Arrivando più in profondità nel terreno, le colture permanenti assorbono più acqua e non richiedono irrigazione costante
- Grazie a una massa di radici superiore, gli alberi di olivo immagazzinano più C02, tanto che un ettaro di ulivo assorbe la quantità di carbonio che un individuo in media produce annualmente.
A differenza delle colture annuali, che tendono a essere piantate in file serrate, la coltivazione dell’olivo consente una maggiore copertura del terreno e/o una maggiore consociazione. Ciò aumenta la diversità biologica dell’habitat naturale anche per gli animali e comporta una significativa riduzione o eliminazione della necessità di utilizzare erbicidi e insetticidi. Ad ogni modo, il mercato deve confrontarsi anche con rischi concreti, e non sempre facilmente prevedibili.
Le criticità e il rischio contaminazione
Ad oggi, sono diverse le criticità che gli addetti ai lavori devono tenere in conto, sia per la coltivazione dell’olivo, che per la produzione di olio d’oliva. Innanzitutto, Le fluttuazioni dei prezzi, che possono influenzare sia i consumatori che i produttori, rendendo quindi difficile la previsione della produzione e del consumo. Inoltre, bisogna considerare l’impatto dei cambiamenti climatici sull’ecosistema e, pertanto, anche sulla produzione di olio d’oliva. Alluvioni, siccità e ondate di gelo tardive o ondate di calore prolungate possono danneggiare gli olivi, tanto da compromettere la raccolta sia in termini di quantità che di qualità. Esistono aree più sensibili al rischio di contaminazione, spesso vicine a aree densamente popolate o aree trafficate, ricordando che per contaminante la normativa vigente intende “ogni sostanza non aggiunta intenzionalmente ai prodotti alimentari, ma in essi presente quale residuo della produzione, fabbricazione, trasformazione, preparazione, trattamento, condizionamento, imballaggio, trasporto o in seguito alla contaminazione dovuta all’ambiente’